L’adolescenza è fisiologicamente un periodo di disarmonia nella costruzione della propria identità e nella ricerca di un nuovo equilibrio. Tuttavia, possono esserci circostanze che, per la loro rischiosità e potenziale distruttività, sollecitano e richiedono di essere elaborate in ambito specialistico.
QUANDO e perché chiedere aiuto?
Dopo un periodo di osservazione del problema da parte del genitore, in genere non oltre i sei mesi e in assenza di cambiamenti della situazione, è bene rivolgersi per una consulenza con uno specialista.
Quando il ragazzo/a ne fa espressamente richiesta, perché riconosce una difficoltà o un disagio che non riesce più a gestire autonomamente.
In altre circostanze la situazione viene segnalata dalla scuola a causa di uno scadimento del rendimento scolastico, oppure in seguito a condotte inadeguate per il contesto scolastico o nella relazione con i compagni.
Infine, vogliamo ricordare che l’adolescente spesso esprime con la sofferenza del corpo (dolori addominali, nausea, affanno, tachicardia, vertigine, cefalea) un disagio che è di natura psicologica.
COME si svolge il lavoro con gli adolescenti?
Il lavoro con l’adolescente si può svolgere individualmente, insieme alla famiglia, o in percorsi paralleli, in modo da offrire l’intervento mirato che più di tutti può aiutare il ragazzo o la ragazza ad accettare e superare le proprie difficoltà. L’offerta di iniziare percorsi paralleli per genitori e figli sottolinea l’intento di conservare un focus sul ragazzo/a che sia globale, all’interno di un contesto sereno ed accogliente. Questo approccio “globale” da un lato permette di accogliere il minore nella sua totalità, senza ridurlo al solo disturbo, dall’altro consente anche al genitore di portare, nella relazione con il terapeuta, i propri bisogni e le proprie difficoltà, di modo che possano essere affrontati e risolti al fine di rendere più armoniosa la relazione tra genitore e figlio/a.
QUALI sono i metodi di lavoro?
Successivamente ad una necessaria prima fase di inquadramento diagnostico possono essere presentati i seguenti percorsi terapeutici.
- La psicoterapia a orientamento psicodinamico centrata sul ragazzo.
- La consultazione partecipata, un dispositivo di intervento di orientamento psicoanalitico che coinvolge ragazzi e genitori insieme e che si occupa del presente, tentando di rispondere alle richieste della famiglia e cercando, in un clima di fiducia, di suscitare la riassunzione della competenza genitoriale.
- Training mirati al potenziamento degli aspetti attentivi e/o di regolazione comportamentale rivolti al ragazzo e, in parallelo, sedute dedicate ai genitori.
- Lavoro in gruppi di ragazzi con sintomatologie simili per favorire il peer tutoring e le esperienze di socializzazione in un contesto protetto.
- Lavoro in gruppi di genitori finalizzati al coinvolgimento degli stessi nel processo educativo, riabilitativo e psicoterapeutico del figlio, attraverso l’insegnamento di abilità necessarie per gestire situazioni familiari problematiche e l’acquisizione di un approccio orientato al problem-solving.
- Percorsi per ragazzi di MindUP, Social-Emotional Learning finalizzati all’apprendimento di abilità per riconoscere e gestire le proprie emozioni, instaurare relazioni positive e agire con gentilezza e compassione.
- Percorsi di consapevolezza alimentare finalizzati all’acquisizione di conoscenze e competenze per una migliore gestione dell’alimentazione in ottica preventiva e protettiva per la salute a 360°, sia dal punto di vista fisico che psicologico.
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