QUANDO e perché chiedere aiuto?
Dopo un periodo di osservazione del problema da parte del genitore, in genere non oltre i sei mesi e in assenza di cambiamenti della situazione, è bene rivolgersi ad uno specialista per una consulenza. Nei bambini prima si affronta il problema, prima si arriva alla sua possibile risoluzione. Molto spesso, però, ciò che il bambino segnala non viene preso in considerazione e, in questa operazione di negazione del sintomo psicologico, si ritardano interventi che porterebbero ad una migliore e più rapida remissione del sintomo.
COME si svolge il lavoro con i bambini?
E’ necessaria la collaborazione e la partecipazione dei genitori, i quali rappresentano le principali fonti di informazione sulla vita del bambino e ai quali devono essere dati gli strumenti per affrontare, gestire e superare il problema. Nel lavoro con lo psicologo, psicoterapeuta o neuropsichiatra il bambino può essere visto da solo o, più spesso, insieme ai genitori. Parte dell’incontro viene dedicata al disegnare, al giocare o al raccontare una storia, mezzi attraverso i quali il bambino può raccontare ed esprimere il proprio mondo interiore e le proprie difficoltà; l’utilizzo di test specifici è uno strumento utile ad approfondire la richiesta o all’inquadramento della problematica presentata.
- Il percorso psicodiagnostico prevede, generalmente, un primo incontro con i soli genitori per discutere quali problematicità hanno osservato e li hanno spinti a richiedere l’aiuto di uno specialista.
- Successivamente, dopo qualche incontro di osservazione con il bambino, i genitori vengono invitati ad un nuovo colloquio con il terapeuta per un confronto e per ricevere la restituzione di quanto emerso.
- Sulla base di questa prima fase di inquadramento diagnostico viene proposto il metodo di lavoro più adatto ad affrontare le problematiche individuate.
QUALI sono i metodi di lavoro?
Successivamente ad una necessaria prima fase di inquadramento diagnostico possono essere presentati i seguenti percorsi terapeutici.
- La psicoterapia a orientamento psicodinamico centrata sul bambino e il sostegno alla famiglia.
- La consultazione partecipata, un dispositivo di intervento di orientamento psicoanalitico che coinvolge bambini e genitori insieme e che si occupa del presente, tentando di rispondere alle richieste della famiglia e cercando, in un clima di fiducia, di suscitare la riassunzione della competenza genitoriale.
- Training mirati al potenziamento degli aspetti attentivi e/o di regolazione comportamentale rivolti al bambino e, in parallelo, sedute dedicate ai genitori.
- Lavoro in gruppi di bambini con sintomi simili per favorire il peer tutoring e le esperienze di socializzazione in un contesto protetto.
- Lavoro in gruppi di genitori finalizzati al coinvolgimento degli stessi nel processo educativo, riabilitativo e psicoterapeutico del figlio, attraverso l’insegnamento di abilità necessarie per gestire situazioni familiari problematiche e l’acquisizione di un approccio orientato al problem-solving.
- Percorsi per bambini di MindUP, Social-Emotional Learning finalizzati all’apprendimento di abilità per riconoscere e gestire le proprie emozioni, instaurare relazioni positive e agire con gentilezza e compassione.
- Percorsi di consapevolezza alimentare finalizzati all’acquisizione di conoscenze e competenze per una migliore gestione dell’alimentazione in ottica preventiva e protettiva per la salute a 360°, sia dal punto di vista fisico che psicologico.
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